Il fandom, Internet, la sociologia e la mia storia – Ultima Parte

Invece parlando del Natale… posso dire che il Natale mi piace a metà. Dipende con chi sono costretta a festeggiarlo. Di solito io arrivo al 23 dicembre che odio tutti. Che è sempre un bel sentimento natalizio. Ma poi mi calmo.
No, niente, era solo che volevo cominciare questo post parlando di feste come negli altri due.
Okay, ho parlato della mia storia su internet e della mia esperienza dentro al fandom. E’ arrivato il momento di arrivare al succo di questo discorso. E per farlo ho bisogno di tornare nel 2000. Quindi prendiamo la nostra DeLorean, azioniamo i circuiti temporali e controllate che il flusso canalizzatore funzioni bene. E qua comincia il mio racconto metà nostalgico, metà “ai miei tempi non era così, non c’è più religione etc etc”.

Una cosa che dico spesso (tendo a ripetermi) è che la credenza comune, nel 2000, era che a parlare su internet ci fosse gente strana. Potevi scegliere: pedofili, stupratori o assassini. Quindi prima di farmi usare internet i miei genitori mi fecero un discorso solenne: non dare informazioni personali, sii anonima. Ad essere anonima ero piuttosto brava, avevo avuto 13 anni per perfezionarmi, ma diedi il mio numero di cellulare ad un ragazzo tipo la seconda volta che entrai in una chat. I miei se ne accorsero per altro. Non commisi più lo stesso errore però. E fui sempre molto cauta.
Per me Internet è ancora adesso, a dodici anni di distanza, essere anonimi ma essere sé stessi. E sono anche paranoica per altro. D’altra parte sono una nerd, anche se non sono appassionata di sci-fi, comunque per contratto devo assolutamente credere ad almeno una “teoria del complotto” (personalmente credo che Marilyn Monroe sia stata uccida dalla CIA e che Google legga il mio diario).

Tornando al fattore anonimità su Internet: le cose sono cambiate. Facebook ha portato molti nuovi utenti su internet, molti di questi nuovi utenti sono gli stessi che dieci anni fa ti dicevano che su internet c’è gente strana e che ora settano il profilo di facebook anche ai figli, che ovviamente sono più piccoli di quei 13 anni richiesti dai termini di utilizzo.
Questo nuovo atteggiamento nei confronti del web, è scatenato da considerazioni come  “tutti sono facebook: io, i miei cugini, mio zio novantenne… e siamo tutte persone normali, quindi… facebook è buono. E Facebook =internet, quindi internet è buono“, ma questo crea dei problemi, perché sottovaluta una cosa che può essere una minaccia.
Secondo me anche Facebook ha una data di scadenza, quindi non credo che i ragazzini che oggi sono su Facebook e che scrivono cose sdolcinate farcendole di kappa a caso (Tipico esempio:”___***vorrei exxere 1lakrima x nascere dai tuoi okki, vivere sulle tue guance e morire sulle tue labbraxxxx. T AMO DI BN”) avranno problemi a trovare un lavoro un giorno, ma ci sono casi più gravi. Se il momento delle Kappa e dei TVB l’abbiamo passato tutti (io ho scampato il  “ti amo di bene” e questo mi da gioia di vivere) ed è innocuo, ci sono degli altri fenomeni che invece mi spaventano e che dovrebbero farci riflettere.

L’anno scorso è scoppiato il caso Jessi Slaughter. Partiamo dall’inizio: Jessi Slaughter oggi è una ragazzina di 12 anni ed è probabilmente vittima di una famiglia disadattata, ma credo sia utile analizzare la sua storia per cercare di capire l’effetto facebook e soprattutto il bullismo via internet.
Cominciamo con i fatti. C’è un “movimento musicale” che viene definito Screamo e che è un incrocio tra musica punk e musica Emo. Dove c’è la musica c’è anche una moda che è l’incrocio tra moda emo e moda punk. Roba che il look di Frankie-n-further è sobrio. Il tipo di stile e musica quindi attrae i ragazzini. Questa cosa piace moltissimo al cantante della band screamo “Blood on the dance floor” che infatti ha tipo 3 cause per aver molestato ragazzine e rilascia dichiarazioni tipo:”You would not believe how many teenagers I’ve been fucking since this tour started“. Una persona per bene come potete notare e che è, in parte, protagonista della storia di Jessi.

Jessi è una delle fan dei “Blood on the dance floor” ed ad un certo punto è uscito fuori che era anche una delle ragazze vittima del cantante. Non si sa se sia vero o no, perché ha recentemente ritrattato tutto ma diciamo che i precedenti non sono incoraggianti. Ma a questo punto Jessi inizia a suscitare dell’interesse online. Gli utenti di 4chan iniziano ad appassionarsi  (non parlerò mai male di 4chan perché mi fanno paura. Se non sapete cos’è 4chan, Wikipedia è vostra amica) e Jessi, nel giro di un secondo, diventa un meme. Cominciano i primi sfottò. C’è gente che ride e gente che invece la prende sul personale e gli sfottò diventano di più e peggiori.
Jessi ha 11 anni e questa è la sua “bio” sul suo tumblr

Ello Im Jessi Toxic Slaughter. I Can Be A Bitch In The Ass If I Want To. Im Scenekore And Its Siq! Im Bi. I heart Pandas! I LOVE The Band Blood On The Dance Floor! Im Taken By Mah Lovely Death Matt. I Listen To Techno, Raver, Crunkcore And Screamo. Im In A Band Called Girls Get Druged! I Party Till I Pass Out And I Fck Till I Bleed. Im Meh and Only Me I Cant Be Tamed.

A questo punto Jessi fa un video in cui si rivolge ai suoi “haters”, dicendo loro che non è spaventata e che devono fare un frullato del loro cervello. Questa non è una mossa furba, perché alcuni utenti di 4chan pubblicano tutti i suoi dati su internet, visibili, e cominciano telefonate di minacce a tutte le ore. Jessi pubblica un altro video in cui è disperata, piange e in cui fa una comparsata anche su padre che a sua volta diventa un meme. I media americani si interessano a questo caso, Gawker dice la sua, l’ABC intervista Jessi e la sua famiglia. Tra le varie cose spuntano foto di nudo di Jessi (ve l’ho detto che Jessi ha 11 anni?) e poi ad un certo punto Jessi sparisce. Sei mesi fa suo padre è arrestato per averle dato un pugno. Pochi giorni fa è uscito un nuovo video di Jessi in cui si scusa con tutti, dice che non ha più accesso ad internet ed è con una famiglia affidataria adesso.
Questo video ha 578 likes e 367 dislikes. Provate anche a leggere i commenti.

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La famiglia di Jessi, come si evince poi dagli ultimi sviluppi, è una situazione incasinata, ma c’è anche dell’altro e non è l’unico caso. Perché c’è anche Kiki Kannibal e che si è guadagnata un articolo su Rolling Stone. L’articolo, che vi invito a leggere, lascia cadere un velo sulle tirate razziste dei video di Kiki in cui se la prende coi neri, le persone ritardate e con i gay e le lesbiche. Anche in questo caso i genitori di Kiki sono quelli contro cui puntare il dito. A differenza di Jessi, Kiki ora ha un sito internet ufficiale in cui vende gioielli e fa la modella.
E poi ci sono un altro tipo di genitori che non solo non fanno niente per proteggere i loro figli, ma che diventano bulli. Qualche anno fa, quando MySpace era ancora un posto figo, una madre di famiglia si è impersonata  come Josh Evans e parlava online con l’ex migliore amica della figlia, Megan Meier. La cosa è andata avanti per un po’ finché “Josh Evans” ha deciso di dire a Megan che con lei non avrebbe parlato più, perché aveva saputo che era cattiva. Megan Meier aveva 13 anni, quando si è suicidata.

Vi ricordate i vostri tredici anni? Io sì, erano strani. Cercavo di fare parte, di integrarmi, di essere come gli altri. Era una pressione enorme. Ed io dovevo confrontarmi solo con i miei compagni di classe. Su internet bisogna confrontarsi con il mondo. In più c’è un altro tipo di pressione, quella sociale, che sta facendo crescere molto più velocemente i bambini di oggi.  Come era sbagliato dire che su internet c’erano solo stupratori, assassini e pedofili, è sbagliato anche affermare il contrario. Servirebbe un corso sul come usare internet nel modo giusto. Ci manca la critica: internet non è buono, perché ora c’è mio nonno.
In più, come ho evidenziato dagli esempi di qua sopra, il bullismo via internet sta dilagando.

A questo punto mi sono fatta una domanda: il bullismo via internet c’è sempre stato? Sta  veramente dilagando o sono io che adesso mi sto accorgendo del fenomeno? Sono arrivata alla conclusione che c’è sempre stato, ma che è aumentato.
Perché questa conclusione?
Perché gli utenti di internet sono aumentati, è diventato sempre più facile commentare e scrivere quello che si vuole ed è anche importante quello che viene scritto (motivo per il quale dal punto di vista del social marketing bisogna saper rispondere bene ad un commento).
Come ho scritto ieri, nel fandom è semplice trovare “IL DRAMMA” e le liti e anche i “flame”, ma i forum sono posti controllati, ci sono moderatori e  amministratori. Riuscire a moderare canali come Youtube, Twitter o Tumblr è molto più difficile, per non dire impossibile. E questo è un altro dei motivi per cui credo che il bullismo via internet sia aumentato.
Infine, come dicevo prima, l’età dei primi accessi su internet si è abbassata. Quest’anno Lily Allen ha avuto un aborto, era il secondo. Le fan di Justin Bieber, che hanno tra i dieci e i tredici anni, l’hanno attaccata e le hanno mandato milioni di Tweet dicendo che era una specie di punizione divina perché aveva osato parlare male del loro idolo. Questo atteggiamento, oltre a denotare una stupidità da undicenne bimbominchia, denota anche un cambiamento della società che si sta riflettendo su internet, ora che è aperto a tutti i tipi di società (vedere il primo punto).

A questo punto come ogni volta che trovo un problema, ho provato a pensare come risolverlo. Non c’è una vera soluzione se non quella di essere persone ragionevoli.
A questo punto vi lascio un video, risalente al 1993, in cui alcuni users provano a dire cosa significa internet per loro. Sono risposte interessante e, nonostante tutto, ancora valide.

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Edit: nell’ansia di postare avevo fatto un po’ di errori, colpa anche della tastiera che sta smettendo di funzionare. Sorry about that 😛