Dopo il mio bellissimo post sui Bimbominkia che avete amato un po’ tutti, ho deciso di allietarvi di nuovo tutti con un altro post sulle abitudini sociali di un altro gruppo di persone che ultimamente popola la rete. Di chi sto parlando? Sto parlando degli HIPSTER. E credo che in questo caso servano un po’ di spiegazioni, perché se la parola bimbominkia è già entrata nel linguaggio comune, ma la parola Hipster è ancora un po’ oscura e non tutti sapranno di cosa sto parlando (in tal caso: beati voi. Se state leggendo queste parole siete ancora in tempo ad uscire dal blog e restare in quella che si chiama “beata ignoranza”).

Come fare a spiegare cos’è un hipster? Ecco, c’è Wikipedia che è vostra amica, altrimenti potete guardare il video che ho incorporato qua sotto, tratto dalla sitcom “Happy Endings” (di cui ho parlato qui) e che spiega “How to be a Hipster” in 4 semplici mosse

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Chiedimi chi erano gli Hipster

Cerchiamo prima di tutto di capire di cosa parliamo. Se i bimbominkia erano pre-adolescenti e adolescenti in piena tempesta ormonale, gli hipster invece sono solitamente giovani universitari altamente pretenziosi e che sono convinti di sapere cos’è la vita e di avere ragione. Ragione in genere, non importa su cosa.
Potremmo dividere gli hipster in maschi e in femmine, ma non vedo il motivo, perché sostanzialmente sono uguali, l’hipster di per sè è androgino e infatti maschi e le femmine si vestono uguali.
Per descrivere un hipster partirei proprio dai vestiti, perché un hipster si riconosce lontano chilometri: è quello che sembra che si sia svegliato tardi la mattina e abbia preso le prime cose raccattate dall’armadio. La parola chiave è “sembra”, perché in realtà per mettere insieme quell’obrobrio che stanno indossando ci hanno impiegato 45 minuti a scegliere vestiti e altri 50 per trovare gli accessori.
La loro divisa di solito si compone in questo modo: pantaloni strettissimi, magliette ironiche con stampe nerd o retrò, spesso usano i maglioni dei loro nonni in alternativa a camice di flanella o felpe con stampe nerd o retro e, per finire il pacchetto, non possono mancare le converse.
I colori sono abbinati a caso, un daltonico (o un cieco) avrebbe più fortuna negli abbinamenti.

Ovviamente non possono mancare gli accessori: cappelli (sono prediletti quelli ereditati dai nonni) e gli occhiali con montatura di plastica marrone che ricoprono mezza faccia sono un must.
Molti hipster sono inoltre amanti di piercing e tatuaggi. Per esempio agli hipster piacciono soprattutto i piercing divaricatori alle orecchie (spiegazione: quei cosi che allargano i buchi nelle orecchie, cosa che personalmente trovo barbarica) e vanno matti per i tatuaggi sullo sterno.

Individuare un hipster quindi è piuttosto facile, ma non può essere solo l’abbigliamento a fare di una persona un hipster, vero? Vero. E’ il momento di andare più a fondo nella psicologia degli hipster. Anche se si vestono come persone senza una fissa dimora, gli hipster di solito sono universitari che provengono da famiglie di ceto medio-alto, ma combattono i valori della borghesia (e a volte anche dell’igiene personale). Si considerano bohemiem e rifiutano la cultura “mainstream”. In due parole? Universitari pretenziosi. L’avevo già detto?

Ora può sembrare che io ce l’abbia con gli hipster, ma in realtà non è così. Essendo più grandi hanno meno scusanti dei bimbominkia, ma è normale a 20 anni avere delle idee forti e di voler sembrare sofisticati e diversi dalla massa (ho 25 anni e sono così), ma il problema degli hipster è che hanno portato tutta questa cosa ad un livello superiore. E spesso risultano irritanti esattamente, se non di più, dei bimbominkia.



Altre caratteristiche degli hipster (così da riconoscerli ed evitarli)

  • Gli hipster sono contrari al mainstream, ma sono anche sponsorizzati da Apple: iBook, iPod, iPad, iPhone.
  • All’estero li potete individuare subito perché sono quelli che si ritrovano da Starbucks.
  • Ascoltano musica indie sconosciuta, perché tutta la musica è commercializzata e mainstream.
  • Si definiscono Nerds o Geeks, ma in realtà non lo sono
  • Sono “artistici”, in particolare si definiscono fotografi.
  • I loro film preferiti sono “Litte Miss Sunshine”, “Eternal sunshine of the spotless mind”, “Memento”, “Donnie Darko” e cose del genere.
  • Amano le cose retrò e “ironiche” (anche se dubito conoscano il vero significato di ironia)
  • Leggono libri di Chuck Palahniuk o roba del genere

Mettiamo un momento le cose in chiaro. Gli Hipster e la gioia di vivere sono due cose opposte. Io ho visto e amato “Little Miss Sunshine” ed “Eternal Sunshine of the Spotless mind”, ma non posso sinceramente dire che sono i miei film preferiti. Il motivo è molto semplice: sono troppo malinconici. Non sono film che ti fanno annegare in un mare di lacrime (tipo Up e Io & Marley), ma sono quei film che alla fine ti lasciano quella sensazione di vuoto interiore che ti toglie la gioia di vivere. Io non consiglio i film di Vanzina, sia chiaro, ma ci deve essere una via di mezzo. Il problema degli hipster è sempre uno solo, sono pretenziosi: magari sono lì che bramano per vedere l’ultimo di Twilight e invece devono fare gli intellettuali e guardare “Lola Corre”, in tedesco, con i sottotitoli. Questa mi sembra una tortura. Io ho visto “Lola corre” quando avevo 15 anni e mi è piaciuto un casino, ma forse preferirei vedere Twilight… se solo non lo odiassi con l’intesità di mille soli.

Gli Hipster sui Social Network

Probabilmente non troverete hipster su Facebook, perché Facebook è mainstream e quindi loro sono over it. A volte però capita che per forza maggiore Facebook gli serva (per scuola o per altri motivi oscuri), quindi li troverete sui restanti Social Network a lamentarsi della gente di facebook (questo lo fanno quasi tutti quelli che non hanno ancora scoperto la funzione “nascondi”).
Di solito sono su Twitter che postano citazioni esistenzialiste e cose che capiscono solo loro.
Quasi sicuramente sono su Tumblr a postare le loro opere artistiche o a scrivere recensioni su band indie sconosciute o di film che guardano solo loro. Per gli Hipster il blog non serve più, perché hanno Tumblr e questo basta.
Hanno un buon rapporto con Internet, perché ci sono cresciuti o comunque lo sanno utilizzare: commentano, postano, twittano. Di solito comprano online, perché sanno che conviene e sanno evitare le fregature.
Come ho scritto sopra sono sponsorizzati da Apple e l’iPhone è immancabile e la prima applicazione che hanno scaricato è stata instantgram. Le foto che fanno con instantgram poi vengono postate su Tumblr in modo che il cerchio finisca.

(No, su Google Plus non li trovate, perché è troppo oscuro anche per loro).

Gli Hipster attraverso la storia

Anche in questo caso non c’è niente di nuovo. La storia tende a ripetersi e quindi sappiate che la parola Hipsters nel 1940 indicava una subcultura di amanti di Jazz, con particolare predizione per il bebop. I bisnonni degli hipster moderni avevano adottato la vita del Jazz che tra le varie cose prevedeva: uno slang particolare, un dress-code, cannabinoidi e altre droghe a piacere, un attitudine rilassata (anche nel sesso), un umorismo sarcastico e una povertà autoimposta. Gli hipster del tempo sono stati anche definiti, da Norman Mailers, “white negro”, perché sostanzialmente erano bianchi benestanti attratti dalla cultura dei neri in quegli anni (citazione necessaria)

Ma a mio avviso possiamo tornare ancora più indietro e tornare addirittura all’epoca Bohème (metà 1800 circa). Coloro che aderirono al movimento Bohème furono sognatori che rifiutavano le idee borghesi e delle convenzioni sociali. Erano artisti, poeti e vagabondi. Amavano l’amore e la bellezza e furono i primi a rivalutare John Keats, il poeta che in vita ebbe poco successo, ma che scrisse il mantra dei bohémien:”La verità è bellezza. La bellezza è verità”.

Ma gli Hipster non derivano solo dalla cultura Bohème, perché il movimento Bohème è troppo allegro e positivo. Gli hipster sono bohémien che incontrano gli esistenzialisti. L’esistenzialismo è una filosofia che ha avuto il suo apice durante e subito dopo la prima guerra mondiale. Furono molti gli scrittori e gli artisti che si ritrovarono ad osservare l’orrore delle trincee e che tornarono a casa completamente cambiati. Non erano più persone capaci di credere al lieto fine. Per certi versi l’esistenzialismo è un po’ “il male di vivere”  (spiegazione indegna, me ne rendo conto, ma mi servirebbe un post solo per questa parte, quindi vi consiglio Wikipedia)

Siamo nel 2011, possibile che ci siano persone che sono contemporaneamente bohémien e esistenzialiste? E soprattutto servono? Voglio dire: rispetto al 1800 le cose saranno cambiate.

Ebbene la risposta è che è possibile. Ho notato che negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Dal 2001, precisamente dall’undici settembre 2001, ho notato un cambiamento quasi impercettibile ma costante. Anche se l’attentato alle Torri Gemelle non ci ha direttamente coinvolto, è stato comunque qualcosa che ha cambiato la storia mondiale e sapete cos’è che ha generato? Un lento ritorno alle “belle cose di una volta”. In sostanza ci siamo chiusi a riccio e tutti i progressi sociali che avevamo fatto durante gli anni 80 e 90 si sono pian piano andati ad azzerare. Ecco qualche esempio

  • Sono sempre di più i medici obiettori di coscienza. Se nel 2005 erano quasi al 60%, adesso hanno superato soglia del 70%. Senza contare che adesso anche i farmacisti si dichiarano, illegalmente, obiettori di coscienza per non vendere la pillola del giorno dopo, che per altro non è abortiva (fonte)
  • A fine degli anni 80 in televisione andavano in onda pubblicità sull’AIDS e HIV (esempio 1, esempio 2)  e sull’uso del preservativo. Questa politica di prevenzione ha portato ad un calo di contagi negli anni 90. Adesso i contagi da HIV sono di nuovo in crescita, anche se non in picchiata come negli anni 80, e i più colpiti sono gli eterosessuali. La comunità LGBT non ha mai smesso di informare (tutte le informazioni su lila.it).
  • La legge 40 sulla procreazione assistita è passata, nonostante il referendum, nel 2004.
  • C’è un’ondata feroce di violenza contro il diverso che sta aumentando sempre di più: gay, stranieri, persone di religione differente.

In tutto questo caos mondiale non c’è da stupirsi che ci siano un movimento di persone chiamato “hipster” che si trova a metà tra Bohème ed esistenzialismo. Questi sono tempi confusi per tutti. E’ un tempo di guerra (contro il terrorismo), è un tempo di economia instabile, è un momento storico che ci offre da una parte una tecnologia incredibile e dall’altra una ristrettezza mentale che sembra un controsenso. Da una parte c’è quindi la voglia di nutrirsi di poesie e di chimere, per citare Flaubert, ma dall’altra parte devi fare i conti con una realtà che non è gentile con chi è giovane.

Ma se è vero che si può spiegare l’esistenza degli Hipster e del loro incrocio tra Bohèmiem e esistenzialisti, è anche vero che si può far loro l’obiezione di essere troppo passivi (questa è la parte esistenzialista che prende il sopravvento) e che invece di maratonarsi The West Wing per la quarta volta in un mese, potrebbero anche provare a fare qualcosa di utile (oltre a lagnare). Un altro motivo della loro passività va anche cercato nel fatto che sono comunque figli di quella “borghesia” che loro disprezzano. Sono figli di papà.

Un hipster per amico

A questo punto rimane un’ultima questione aperta. Cosa faccio se scopro che un mio amico è hipster? Be’ non è del tutto male, ma ci sono alcuni argomenti di discussione che vanno meglio che altri. Per esempio, essendo l’hipster una persona bohèmiem è di mente aperta, quindi è facile discutere con loro

  • Politica, se siete tendenzialmente a sinistra.
  • Diritti dell’uomo
  • Discussioni su argomenti come: razzismo, omofobia e sessismo.
  • Morale e cambiamento della società

D’altra parte se siete persone che non contemplano il suicidio ci sono degli argomenti che dovete evitare con cura. Inoltre dovete ricordare che gli hipster amano aver ragione (sono un po’ bimbominkia sotto questo punto di vista) e che hanno i loro idoli ed eroi da non toccare

  • Non parlate di musica. Anche se ascoltate musica tibetana sarà comunque troppo mainstream per loro
  • Non parlate di film e soprattutto non chiedete loro consigli sui film. MAI.
  • Evitate di parlare in loro presenza di personaggi pubblici come Steve Jobs: potreste non uscirne vivi.

Diventa anche tu hipster

Per finire il post vi lascio la mia versione hipster. Se volete farlo anche voi, basta andare su questo sito (solo per le ragazze). Enjoy!

Acrossnowhere versione Hipster
Io indosso gli occhiali perché sono miope