Google+ e considerazioni dalla Social Media Week di Milano

Mean-Girls-Mene-Googleplus
Regina George ha parlato

Stamattina, come molti altri, ho seguito la Social Media Week in streaming, ero particolarmente interessata alla conferenza su Google+, perché, come ben sapete, nutro dei dubbi sull’effettiva popolarità del social network made by Google.
Il titolo della conferenza era “Google+ e l’integrazione nell’ecosistema digitale” e purtroppo ha solo che confermato le mie perplessità. Si è cominciato snoccialando una serie di dati e numeri, nessuno dei quali era particolarmente sorpredente. Seguendo anche con twitter, ho notato che il fatto che più di tutti ha creato sconcerto è quello secondo cui il 57% delle persone comunica più tramite web che non nella vita reale, ma neanche questo è bastato a stupirmi: io sono un’introversa, quindi per me è sempre stato più facile condividere avendo uno schermo davanti, è uno dei principali motivi per cui amo internet così tanto, mi ha dato la possibilità di esprimermi come altrimenti non avrei potuto.

I dati su Google Plus sono incompleti

Vorrei, prima di continuare le mie elucubrazioni mentali, vorrei farvi notare che i relatori erano quattro e tre di questi facevano parte del team di Google.

  • Luca Canzi si occupa dello sviluppo delle strategie social di Google per il mercato pubblicitario italiano
  • Paola Marazzini è l’agency head di Google
  • Marianna Ghirlanda è l’agency Relantionship Manager di Google Italia

Ora mi sembra chiaro che non c’è nessun confronto in questa conferenza, se non con il pubblico, che però ha chiaramente un ruolo secondario. Quindi, quando la relatrice Marianna dice che Google+ ha 500 milioni di users, nessuno è lì per chiedere:”Sì, ma quanti di questi 500 milioni sono attivi?”. Perché questo è chiaramente una domanda legittima e Google non è per niente trasparente su questo punto e qui si inizia a irritarsi. Più o meno la cosa funziona così

Google: Google Plus ha raggiunto i [Numero] utenti! Che bello! Siamo proprio bravi! Iscrivetevi! Oh, guardate che senza G+ non siete nessuno!
Gente del web: è tutto molto bello, ma quanti di questi utenti sono attivi?
*Google non è al momento raggiungibile, potete lasciare un messaggio dopo il bip*
Gente del Web: DI NUOVO? FUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU

La conferenza alla Social Media Week è stata sulla stessa onda. Il problema è che Google sta giocando sporco con il suo PLUS e quindi sapere quanti utenti sono effettivamente attivi, in questo caso, diventa ancora più importante. Google sta facendo di tutto per far sì che G+ abbia successo: lo bypassa attraverso la mail, attraverso Youtube (800 milioni di utenti attivi), attraverso Google Drive, etc. E’ vicino il giorno in cui tutti i servizi Google passeranno attraverso G+. E quello, credetemi, sarà un giorno triste.

Ehm sì.
Resistance is futile

Per la verità questo comportamento di Google lo trovo abbastanza patetico. Facebook, Twitter, Pinterest, Tumblr sono nati da soli, sono stati gli utenti a cercarli, sono loro stessi gli esempi del passaparola digitale, della fondazione del social media marketing.

Case History di Fuffa

I temi toccati da Luca Canzi sono molti, ma sembra che parli di fuffa. Il nome più adatto alla conferenza sarebbe stato “Google Plus: come si usa”, perché sostanzialmente è stato un corso all’utilizzo di Google Plus. Interessante e utile, ma alla Social Media Week mi aspettavo qualcosa di più, avrei dato per scontato che le persone che erano in ascolto sapessero come funziona G+.
Luca Canzi ha citato diversi case study, ma nessuna realtà medio-piccola. E questo non è positivo. E’ ovvio che Bruno Mars, cantante americano di successo, sia seguito. Meno ovvio è capire come Matt Jupiter, aspirante cantante, riesca a raggiungere il successo con G+.


Il quarto relatore era Giuliano Giorgetti, l’head of web and new media del Milan (forza Samp) e come si può immaginare le cose non aiutano chi cerca case history di realtà più piccole. Il Milan è una squadra di calcio e i supporters di una squadra di calcio sono fan super-affezionati, nessun altro brand ha la forza dei supporters sportivi. La storia del Milan potrebbe essere interessante, ma non è facile per niente riuscire a immedesimarsi. Il Milan ha risorse di partenza altissime. La squadra del Poggibonsi invece com’è messa su Google+? Sarebbe stato molto meglio citare il progetto di cui si è parlato sul blog Paolo Ratto.

Quindi alla fine stiamo parlando di fuffa e questo incontro per me è stato inconcludente. Non mi ha convinto. Non c’è chiarezza sui numeri, non ci sono stati esempi concreti di come G+ aiuti le piccole imprese e la politica di Google nel lanciare G+ continua ad essere fastidiosa. E, già che ci siamo, questa cosa di collegare le identità non è una cosa positiva, quindi smettetela di spacciarcela come tale!