Social Media Addicted? Condividi subito il video… sui social

Sta girando un video sulla mia timeline di Twitter, sulla mia newsfeed di Facebook e l’ho visto, in una fugace apparizione, anche su Google+. Il video in questione è stato animato dallo Youtuber Jess the Dragoon e la storia è basata sul contenuto di un podcast “WTF with Marc Maron” di Marc Maron, comico americano.

Ho visto per la prima volta questo video l’anno scorso. Nonostante molti blog e utenti italiani ne stiano parlando adesso, in realtà questo video è uscito ad inizio Ottobre 2013. Ho una domanda: perché se ne sta parlando adesso? Immagino che non avrò mai una risposta, quindi passiamo oltre. Vi dirò la verità. Odio i video come questo, ma odio in particolare questo video. Un video del genere è inutile e, come direbbero gli inglesi, judgemental.

Perché è inutile? Non so, un video che parla dei social media come una droga e viene condiviso e commentato da tutti sugli stessi social…? Sono perplessa.
Che se poi andiamo a considerare questo è un video virale che nasce dall’animazione di uno youtuber di un web-comics preso da un discorso di un comico su un pod-cast.
Aspetta!
Cos’è questo suono?
Non lo sentite anche voi?
Ah sì.
E’ “Ironic” di Alanis Morisette.

Ci credete se io vi dico che non sono drogata di social? Sono constantemente sui social per il mio lavoro e per i miei interessi, ma non ho una dipendenza. Lo avevo già detto in passato e lo ripeto. Per me i social sono uno strumento, nient’altro. Mi aiutano a stare in contatto con i miei amici. Mi fanno lavorare. Mi tengono informata. Non sto su FB perché voglio like (be’ sì, in realtà li voglio, ma più che altro è la reach che bramo e più per i miei clienti che per me stessa).
Mi piace condividere, perché sono un essere umano, siamo animali sociali. Lo siamo sempre stati. Non è una cosa che si è scoperta con i social. Lo si è sempre saputo.
Sono gli strumenti che sono cambiati, non noi. Una volta facevo musicassette alle mie amiche, ora posso condividere le playlist di Spotify. Magari mancherà un po’ di poesia nella cosa, ma fidatevi, Spotify è più comodo.

Marc Maron dice che siamo una generazione di 7-years-old. Di bambini. Che fanno di tutto per essere considerati. Che hanno bisogno dell’interazione social per sentirsi vivi, amati. Mi chiedo a chi si riferisca, Marc Maron, quando parla di generazione di 7 years old. Lui è del 1963, il che lo rende un baby-boomer o un rappresentante della generazione X. Nella realtà dei fatti è la mia generazione, i generation Y o millennials, quella che viene tacciata di essere egocentrica, pigra, choosy, narcistica e immatura.
Ma volete sapere una cosa? La mia generazione è al momento la generazione meno razzista, meno omofoba, più informata e più cosciente alle tematiche sociali e ambientali. In parte credo che il cambiamento della mia generazione, nell’essere più aperta e più cosciente, si debba anche al web. E sì, ci facciamo le selfie. E sì, comunichiamo con i nostri amici su Facebook. Ma farsi le selfie ed essere informati sono due cose che non si escludono a vicenda.
D’altra parte… potrebbe essere peggio. Potremmo essere baby-boomers.

Chi ha parlato di “The Social Media Generation”?