Elezioni Americane 2016 – Dobbiamo tornare a parlare di fatti

Il risultato delle elezioni USA è stato per molti un pugno nello stomaco e un brusco risveglio. Ci sono varie responsabilità e colpe in questo risultato e ne ho parlato, in maniera molto personale, in altri luoghi.
Questa volta voglio parlare del peso di Facebook e di Twitter che hanno avuto ad eleggere Donal Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti. Diversi articoli e diversi giornalisti hanno ipotizzato come bot pro-Trump su Twitter e post-bufale condivisi su Facebook siano stati in parte causa di ciò che poi è successo, anche se Mark Zuckerberg nega. I Social Media diventano sempre più importanti ad aiutarci a formare la nostra opinione, ma sarebbe sbagliato dare la colpa esclusivamente a quest’ultimi, quando il problema è dei media tutti, come ricorda John Oliver nell’ultima puntata dell’anno di Last Week Tonight.

I fatti non vanno più di moda

Nel momento in cui Roberto Burioni, medico, docente di virologia e microbiologia, specialista in immunologia clinica, si ritrova in televisione a discutere di vaccini con Red Ronnie, le cui credenziali sull’argomento sono nulle, ci ritroviamo di fronte ad un fallimento dei media.
Nel momento in cui ci sono politici che credono nelle scie chimiche o in complotti assurdi e non dimostrabili, ci troviamo di fronte ad un fallimento dei media.
Nel momento in cui una notizia palesemente falsa (il Senatore Cirienga non è mai esistito) viene condivisa più e più volte ci troviamo di fronte ad un fallimento dei media.

So che sto dicendo cose controverse e su cui potreste non essere d’accordo, ma credo che questa cosa stia diventando seriamente un problema che non è degli Stati Uniti, ma che tocca anche noi: i partiti di estrema destra stanno prendendo consensi e il futuro rimane alquanto instabile. In un mondo perfetto tutti dovremmo sapere che Red Ronnie non è qualificato per parlare di vaccini, che le scie chimiche non esistono e sapremmo riconoscere le bufale al primo colpo, ma non siamo in un mondo perfetto e i media hanno la loro parte di responsabilità in questo disastro che è la comunicazione oggi.

Da qualche tempo siamo convinti che ognuno abbia diritto ad un’opinione. Da quando ci sono i social pensiamo che abbiamo il diritto a condividere la nostra opinione, che sia una missione sacrosanta condividere ciò che pensiamo.
Ma ci stiamo dimenticando invece che ci sono cose su cui l’opinione non può o non deve esserci. Non esiste un’opinione sul Senatore Cirienga o sulle scie chimiche, visto che entrambe le cose non esistono. Non può esserci un’opinione sui vaccini, perché la scienza non è opinionabile.

Cosa fare?

Dobbiamo imparare nuovamente ad ascoltare e rispettare chi ne sa più di noi, perché questa cosa sta diventando pericolosa. La soglia di vaccinazione cala, il cambiamento climatico che non viene preso sul serio ha conseguenze gravi, Donal Trump che vince l’elezioni legittima violenza contro le minoranze.

Da soli possiamo fare poco, se non quello di contrastare, nel nostro piccolo, la valanga di informazioni scorrette che girano nell’etere e cercare di spronare i media a fare meglio. Cerchiamo di essere attenti a ciò che condividiamo. Cerchiamo di essere prudenti. Cerchiamo di provare a fare fact checking prima di condividire. Cerchiamo di fare formazione anche nel nostro circolo di amici. E, come Social Media Cosi, prendiamoci la responsabilità di evitare di condividere notizie fasulle (sembra una cosa scontata, ma purtroppo non lo è).
E per finire, usiamo gli strumenti che abbiamo a disposizione: su Facebook possiamo segnalare le notizie false.

E’ censura?

Questo è quello che si ci chiede, ma non si tratta di censura quando viene impedite a notizie false di circolare, come fa notare anche lo stesso Burioni sulla sua pagina Facebook.

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